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2071. Visita guidata al pianeta Terra

(2022)

ideazione e regia Angela Ruozzi

di Duncan Macmillan e Chris Rapley | con Graziano Sirressi | traduzione Giulia Lombezzi | scenografia e progetto grafico Eleonora De Leo | video Manuela Chiapponi | consulenza scientifica Marco Cervino | in collaborazione con Nature Photographer of the Year  e The Environmental Photographer of the Year | produzione LAC Lugano Arte e Cultura presentata nell’ambito del programma di mediazione culturale LAC edu | Partner principale LAC edu UBS 

debutto: 13 ottobre 2022, LAC Lugano Arte e Cultura

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"2071" prende corpo nella forma di una visita guidata al pianeta Terra. Una mostra-spettacolo che pone l'attenzione sul tema del surriscaldamento globale mescolando narrazione e fotografia d'autore. 

 

I visitatori percorreranno undici stazioni popolate da installazioni e raccolte di immagini volte a porre l'accento sul rapporto tra l'uomo e il suo habitat. Accompagnati da uno scienziato guida museale, parteciperanno alla ricostruzione della ricerca di Chris Rapley condividendo i suoi ricordi e le sue scoperte quasi come entrando "nelle diapositive della sua vita". 

Le immagini esposte sono state gentilmente concesse da Nature Photographer of the Year e daThe Environmental Photographer of the Year, concorsi internazionali che ogni anno selezionano imigliori scatti di fotografia naturalistica da tutto il mondo. Le installazioni e la creazione degli ambienti narrativi sono curati da Eleonora De Leo.

Il lavoro intende ripercorrere la storia del surriscaldamento globale dalla sua scoperta alla sua attestazione scientifica, per mettere infine in evidenza le strategie di mitigazione e i progetti di contrasto da divulgare come nuovo paradigma di felicità sostenibile.

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"Quando avevo dieci anni mia madre mi regalò un Atlante in cui grandi zone dell’Antartico

erano indicate come Regione sconosciuta all’uomo;

ma proprio in quell’anno una sequenza senza precedenti di avanzamenti scientifici

e tecnologici iniziò a svelare quel continente

e all'improvviso il mio atlante divenne obsoleto".

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Nonostante il cambiamento climatico sia stato rivelato dalla scienza,

non è propriamente una questione scientifica; riguarda il mondo in cui vogliamo abitare.

​Che mondo vogliamo? Che futuro vogliamo?​

Duncan Macmillan 

​​​All'interno dello spettacolo vengono usate, come supporto alla narrazione scientifica,  alcune immagini dei premi fotografici:

Environmental Photographer of the Year Nature Photographer of the Year 

RECITE TOUT PUBLIC

foto ©LAC Lugano Arte e Cultura

video ©LAC Lugano Arte e Cultura

Modulazioni temporali, 31 ottobre 2022

"Certe volte il teatro deve reinventarsi per trasmettere un messaggio attuale e innovativo, è necessario rompere gli schemi. 2071  di Duncan MacMillan e Chris Rapley, tradotto da Giulia Lombezzi e diretto da Angela Ruozzi, lancia l’allarme in relazione al cambiamento climatico con uno spettacolo-mostra che coinvolge tutti gli spazi del Teatro Sociale di Como. Il risultato è una soluzione cui raramente si assiste a teatro.

Lo spettacolo è un monologo, una coinvolgente lezione di scienze tenuta da Graziano Sirressi nei panni di un carismatico professore che ci parla dal 2014, un passato non remoto e non ancora colpito dalla pandemia, ma che ci induce a riflettere su quanto la situazione sia oggi ben più grave di come ci sia stata raccontata nel corso dello spettacolo. Le sue parole sono appassionate, intrise di una professionalità degna di ogni relatore scientifico e carismatiche come quelle che ogni insegnante dovrebbe pronunciare in classe. Le pause e la gestualità sono accuratamente studiate, lo sguardo è serio quanto il suo messaggio di denuncia e la voce è modulata con precisione chirurgica. 

Lo spettacolo non si è svolto sul palcoscenico per una tradizionale platea di spettatori, ma ha coinvolto tutti gli ambienti del teatro, dal foyer al sottopalco, dalle sale prove alla sala di danza, dal palcoscenico all’esterno del teatro. Le maschere hanno guidato il pubblico con pazienza e professionalità, mostrando quegli spazi del teatro che solitamente sono preclusi agli spettatori e consentendo così non solo di assistere ad un avvincente spettacolo sul clima, ma anche di ammirare il Teatro Sociale da un punto di vista solitamente riservato ai professionisti dello spettacolo. Per realizzare un’opera di questo genere il numero di spettatori deve essere molto basso, di conseguenza sono stati realizzati tre turni, che sono andati in scena nel medesimo pomeriggio. Si è dunque creata un’atmosfera molto intima di condivisione tra attore e pubblico, in quanto la quarta parete si è infranta: attore e spettatori si sono scrutati a vicenda a distanza ravvicinata e hanno potuto interagire. Il pubblico ha partecipato con maggiore attenzione e ponendo domande non soltanto perché lo spettacolo era interessante ma anche perché, date le particolari condizioni in cui si svolgeva l’opera, l’attore avrebbe notato la disattenzione degli spettatori e nessuno avrebbe voluto offendere un artista così capace. 

La scenografa Eleonora De Leo ha saputo realizzare un ambiente scientifico all’interno del teatro attraverso numerosi oggetti di scena come bacher colmi d’acqua, zainetti impiegati nelle spedizioni in Antartide, lavagne e molto altro ancora. Sono state realizzate inoltre delle piccole mostre fotografiche per mostrare al pubblico gli effetti del cambiamento climatico, grazie agli scatti di Nature Photographer of the year e The Enviromental Photographer of the Year, e un breve video. Per realizzare questo spettacolo hanno dunque collaborato la recitazione, l’architettura ottocentesca del Teatro Sociale, la scienza, la fotografia e la documentaristica. Al termine dell’opera è stato proposto inoltre un cartellone con un testo scritto ed è stato consegnato un volantino di commiato, perciò anche la parola scritta è stata impiegata per trasmettere il messaggio di 2071. Si tratta di una commistione di arti e scienze elaborata e complessa, moderna e originale, che si imprime facilmente nella memoria dello spettatore proprio perché e ancora raro vedere a teatro spettacoli simili.

Lo spettacolo si guadagna un dieci e lode per l’originalità dell’impiego dello spazio del teatro, esattezza scientifica delle informazioni e la semplicità con cui le ha trasmesse al pubblico, la varietà degli strumenti artistici e di comunicazione in supporto alla recitazione. Spettacoli così originali meriterebbero maggiore attenzione da parte del pubblico, eppure proprio per le loro particolari caratteristiche possono coinvolgere soltanto un esiguo numero di spettatori. Poco importa, ancora una volta il Teatro Sociale di Como ha fatto centro."

Valeria Vite

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